Chi giunge da occidente, fuori dell’abitato, incontra Santa Maria della Gironda: dell’antica abbazia benedettina, da secoli trasformata in azienda agricola, rimane l’Oratorio, restaurato nel 1940, che custodisce una preziosa statua rinascimentale in terracotta della Vergine.
Poco lontano sorge la Piccola Betania alla Badia, un centro di spiritualità nato nel 1989 per accogliere chi intende riflettere sulla Sacra Scrittura e riscoprire i valori della pace e della solidarietà.
All’ingresso dell’abitato sorge il cimitero ebraico, aperto nel 1798 e recentemente restaurato; conserva antiche epigrafi sepolcrali, provenienti dal primo cimitero aperto in paese verso la fine del XVI secolo, quando, in seguito alla cacciata degli ebrei dal Ducato di Milano per ordine del re di Spagna, a Bozzolo si raccoglie una comunità di oltre 130 persone, durata numerosa sino alla fine dell’Ottocento.
Nel quartiere contrassegnato da un reticolato viario ortogonale, costruito da Vespasiano Gonzaga nella seconda metà del XVI secolo, si trova la chiesa della Santissima Trinità, sorta per soddisfare le necessità liturgiche della seconda parrocchia. La costruzione fu iniziata nel 1592, ampliata nel 1640 e arricchita di altari nel 1700. Conserva pregevoli opere: nel presbiterio la pala della Trinità che incorona Maria, regina di Bozzolo, con il panorama del paese nella parte inferiore, opera di pittore cremonese; la pala dell’Assunta di Giambattista Natali; la Crocefissione di Giulio Carpioni; l’Estasi di san Francesco attribuita a Giorgio Anselmi; infine l’altare maggiore magnifico per i ricchi intarsi marmorei.
Al vicino incrocio tra via Arini e via Valcarenghi, si fronteggiano il seicentesco Palazzo dei conti Piccioni e la settecentesca Casa Fusari. Segue la piazza maggiore (Piazza Europa), il cui lato nord è chiuso dal Teatro comunale, progettato dall’architetto mantovano G.B. Vergani e inaugurato nel 1843. Nel secondo dopoguerra l’interno è stato trasformato in sala cinematografica; rimane il neoclassico prospetto esterno. Il Palazzo Municipale risale al XVI secolo; la bella torre, costruita tra il 1597 e il 1608, venne troncata nel 1959 perché pericolante.
Un po’ appartato è il bellissimo Oratorio di san Francesco, costruito tra il 1604 e il 1606 dal primo principe Giulio Cesare come cappella palatina e con l’intento di farne il proprio mausoleo, è opera dell’architetto Zilio de Zilii di sant’Ambrogio in Valpolicella. La facciata è scandita da elementi architettonici classicheggianti distribuiti in due ordini sovrapposti, da una grande finestra termale e da un timpano triangolare classico molto alto, sormontato da cinque obelischi che sottolineano la funzione sepolcrale del tempietto. L’aula è senza abside; la ricca architettura della parete di fondo sfoggia preziosi marmi neri e inquadra il sepolcro simbolico del principe, sovrastato da una pala che rappresenta il Crocifisso col principe Giulio Cesare prostrato in adorazione, mentre un paggio gli regge la corona. La tela, del pittore romano Gaspare Celio, è databile intorno al 1605. Le prospettive architettoniche barocche della volta esaltano illusionisticamente le dimensioni ridotte della cappella. Gli affreschi delle pareti, per i soggetti laici proposti, sono da ricondurre agli anni 1796-1798, quando l’oratorio, chiuso al culto, diventa sede di un circolo costituzionale giacobino e sono opera di un modesto pittore di ornati.
Uscendo dalla piazza, la via principale del paese, intitolata a G. Matteotti, accompagna verso sud con interessanti edifici.
Il Palazzo del Monte di Pietà, costruito tra la fine del XVI secolo e i primi anni del XVII secolo, ora è sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico Comunale.
Il Palazzo del Tribunale, eretto tra il 1584 e il 1592 da Vespasiano Gonzaga con l’intento di farne un ospedale per i poveri e mai utilizzato per questo scopo, fu trasformato in caserma dagli austriaci (Caserma Nera), ospitò le scuole, infine con il Regno d’Italia diventò sede del Tribunale civile e penale, trasferito poi nel 1925.
L’Oratorio dei Disciplini è del XVII secolo; molto più antica era la relativa Confraternita, intitolata alla Beata Vergine delle Misericordia, che assisteva e seppelliva i condannati a morte, ma soprattutto gestiva un ospedale che accoglieva i pellegrini e i malati terminali derelitti. La chiesetta internamente subì una radicale ristrutturazione e ridecorazione del paramento murario nel 1756. Il presbiterio ha una copertura a botte con quattro vele, al centro della quale è raffigurato Dio Padre. Sulla parete sinistra è rappresentata l’Annunciazione, la nascita di Gesù e la fuga in Egitto; sulla parete destra la visita di Maria a Elisabetta, l’Adorazione dei Magi e l’Assunzione. Sono affreschi riconducibili per la tecnica al primo Settecento veneto: colori tenui e delicati, figure dalle vesti con fluenti panneggi; in secondo piano paesaggi discreti e luminosi, con limpidi cieli che avvolgono tutto in una pace senza tempo.
Seguono il Palazzo Casalini, costruito alla fine del XVIII secolo, e il Palazzo Forti della prima metà dell’Ottocento.
La via Matteotti termina davanti alla chiesa arcipretale di san Pietro apostolo, edificata intorno al 1576 dai Padri Agostiniani e dedicata in origine a Santa Maria dell’Annunciata; il campanile è del 1604. Soppresso l’ordine, nel 1804 viene ceduta dal demanio alla parrocchia di san Pietro, che vi si trasferisce, abbandonando alla demolizione l’antica chiesa plebana di origine romanica che sorgeva lungo l’attuale via Garibaldi. Presenta una grande facciata di impronta rinascimentale. L’interno, maestoso e solenne, a tre navate con cinque cappelle per lato, è interamente affrescato (1927-29). Nel presbiterio, bel coro in noce della prima metà del XIX secolo; nelle navate e cappelle laterali, ancone lignee e ricchi altari, alcuni settecenteschi in marmi policromi. Vi si conservano pregevoli dipinti e sulla destra del presbiterio ospita la tomba di don Primo Mazzolari, arciprete di Bozzolo, realizzata secondo un bozzetto dello scultore Giacomo Manzù.
La prospettiva di via dei Mille è chiusa verso oriente dalla porta di San Martino, un arco trionfale neoclassico disegnato dal Vergani, che sostituisce l’antica pota gonzaghesca, costruita dal principe Scipione nel 1665 e demolita nel 1839. Essa è tuttora affiancata dalle mura gonzaghesche (1618-1655), di cui si conservano i lati orientale e settentrionale.
Nei dintorni di Bozzolo, in comune di Calvatone (CR), si possono visitare la zona archeologica di Bedriacum e la riserva naturale Le Bine inserita nel Parco Regionale Oglio Sud, di cui Bozzolo fa parte, oasi faunistica gestita dal WWF: è una zona umida, alimentata da risorgive sotterranee, ricca di specchi d’acqua e di boschetti.